Palazzo Lovatelli, poi Brandolini

Molto vicino al palazzo Lovatelli Dal Corno sorge quello costruito da un diverso ramo dell’illustre e prestigiosa famiglia, caratterizzato dal portale incorniciato in pietra d’Istria. Si tratta di un complesso un tempo enorme, che occupava gran parte dell’isolato. La parte destra dell’edificio principale, più bassa, così come le vaste cantine, risale certamente a una struttura precedente, forse quella delle medievali ‘Case grandi’ dei da Polenta (XIII-XIV secolo). E’ noto, infatti, che i Lovatelli, al tempo chiamati Colombi e già presenti a Ravenna forse dall’XI secolo, acquisirono nel XVI secolo proprietà già appartenute ai da Polenta, scacciati da Ravenna nel 1441. All’interno del palazzo si trova lo stemma dei conti Lovatelli, appunto un colombo, intrecciato a quello dei Ghigi (Chigi): la sistemazione tardo-settecentesca, difatti, probabilmente si deve a Francesco Lovatelli, marito della principessa Costanza Ghigi. E’ possibile che la risistemazione dello scalone interno sia stata commissionata al ravennate Camillo Morigia. L’attribuzione di alcune delle pitture interne a Felice Giani (1758-1823) o alla sua scuola non è documentata né accertabile. Ulteriori modifiche furono effettuate nell’Ottocento, pur conservando gran parte degli arredi e delle soluzioni interne, come il caratteristico salottino rotondo settecentesco. La famiglia Lovatelli dette alla città numerosi politici ed esponenti del patriottismo locale, in particolare Francesco, liberale e fondatore di una sezione della Giovane Italia (1832), più volte esiliato. Dopo il suo assassinio per ragioni politiche nel 1856, la famiglia lasciò Ravenna e vendette il palazzo nel 1891 ai Brandolini. Nel XX secolo l’edificio principale è stato sede di partiti politici e associazioni di categoria.

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