San Domenico

La grande chiesa di san Domenico, datata all’anno 1269 (momento in cui ricevette l’attuale titolazione dai frati predicatori di S. Domenico), sita all’inizio di via Cavour, fu costruita in prossimità dell’allora fiume Padenna, sul luogo precedentemente occupato da alcuni edifici, una torre e dalla piccola chiesa di S. Maria in Gallopes (975). Secondo la tradizione, nello stesso luogo sarebbe da localizzarsi il tempio del Campidoglio della città romana. La chiesa subì rimaneggiamenti già nel Trecento, quando venne ampliata e riconsacrata il 6 agosto 1374. Dell’edificio medievale rimane traccia nelle arcate a sesto acuto tamponate, ancora visibili nella parte bassa della spoglia facciata duecentesca (mai ultimata), probabilmente occupate in origine da sarcofaghi. Il basamento delle arcate si trova a circa 1,50 m sotto l’attuale livello stradale. La chiesa venne quasi interamente e rapidamente ricostruita tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo su disegno di Giovan Battista Contini, allievo di Carlo Fontana. L’altare nella cappella di S. Domenico fu realizzato poi dal ravennate Camillo Morigia intorno al 1791. Si conservano nella sagrestia tracce di affreschi trecenteschi di scuola riminese. L’interno si presenta a una sola navata con volta a botte, mentre sono presenti tre altari su ciascun lato. A lato del presbiterio vi sono affreschi di Andrea Barbiani (ca. 1746). Il grande edificio, oggi sconsacrato, è sede di mostre ed esposizioni.

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