Palazzo Arcivescovile

Il Liber Pontificalis di Andrea Agnello (ca. 800-850) ricorda più volte la domus Ursi, un insieme di edifici destinati alla residenza del vescovo Orso (III-IV secolo) costruiti alle spalle della basilica Ursiana (odierno Duomo) lungo il corso del fiume Lamisa. Secondo il racconto dell’Agnello, fu la basilica ad essere costruita su tale sito per via della vicinanza alla residenza vescovile: effettivamente, i resti archeologici più antichi identificati nel sito sono pertinenti a una domus urbana di pregio, dotata di impianti termali e di un monasterium (oratorio privato) che, in modo non dissimile da altri casi coevi, costituì un primo nucleo aggregativo della comunità. Fu questa la prima sede del vescovo (poi arcivescovo) ravennate, poi cosiddetta ‘ortodossa’ per distinguerla da quella, posteriore, del complesso episcopale ariano, all’estremità opposta del centro urbano. Vi è inoltre testimonianza, per il tardo XII e il XIII secolo, che la sede del Consiglio comunale fosse ubicata presso lo stesso arcivescovado, prima della costruzione di una sede autonoma con il palazzo del Comune. Dell’originaria struttura del palazzo del vescovo sono note tracce, specie pertinenti alla massiccia torre Salustra; ulteriori fasi antiche sono state rinvenute in occasione degli scavi archeologici. L’espansione edilizia, tra la tarda antichità e l’XI secolo, rese l’area un importante centro del potere cittadino che, nelle sue fasi più estese, comprendeva numerose domus, un vivarium, e i cosiddetti ‘bagni del clero’ (area termale e per le abluzioni). Nel 1645 l’arcivescovo Torreggiani commissionò un notevole ampliamento del complesso, che in parte regolarizzava l’insieme di edifici antichi; ulteriori ambienti furono aggiunti o modificati nei decenni e nei due secoli successivi. Il palazzo, la cui facciata è frutto di un rifacimento ottocentesco, è articolato su tre piani e comprende arcivescovado, museo, biblioteca e archivio con circa 13.000 pergamene. Tra le poche evidenze superstiti del complesso più antico è la Cappella di sant’Andrea, parte del Museo arcivescovile, dichiarata Patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco. Il piccolo ambiente a pianta cruciforme, costruito per volontà di Pietro II (494-520), presenta ricche decorazioni marmoree nella parte bassa e un complesso ciclo musivo sulle pareti e le volte. La parte inferiore del Cristo Guerriero, così come varie altre parti dell’originale mosaico, sono state rifatte a tempera. Nelle sale del museo è inoltre conservata la cattedra attribuita al primo arcivescovo di Ravenna, Massimiano (546-56), in legno ricoperto da pannelli d’avorio finemente intagliato, alcuni dei quali staccati, dispersi nel corso degli anni e non più recuperati.

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