Palazzo Rasponi del Sale, poi Gargantini

1770

Questo grande palazzo barocco fu costruito intorno al 1770, forse per volere del conte Fabrizio Rasponi, il cui figlio Giuseppe sposò Benedetta del Sale e conferì a questo ramo della famiglia il doppio cognome. L’edificio rappresenta un’eccezione nell’ambito dello scenario di ristagno edilizio generalizzato della Ravenna della seconda metà del Settecento, periodo in cui molte famiglie nobiliari erano ormai in difficoltà economiche.

L’area di sedime del palazzo fu in precedenza occupata dalla dimora medievale degli Artusini e, pare, perfino da resti monumentali romani. Lo stabile fu ceduto dalla famiglia Rasponi del Sale nella seconda metà dell’Ottocento e destinato a sede del ‘Circolo Ravennate’, un’associazione ricreativa borghese fondata nel 1862. Di fronte a questo palazzo uno dei membri, il banchiere Antonio Monghini, nel 1865 fu la prima vittima colpita dai famigerati ‘Accoltellatori’, forse la più nota tra le sette terroristiche e clandestine romagnole, espressione del malcontento popolare nei confronti del potere, in attività sino al 1871. Dal 1878 al 1895 il palazzo fu sede della Cassa di Risparmio, poi dei Consorzi o Grandi Circondari di Scolo e, nel 1918, del Credito Romagnolo, che commissionò poi importanti lavori di risistemazione.

Della famiglia dei Rasponi del Sale fece parte Augusta, detta ‘Gugù’ (1864-1942), donna colta, eccentrica, disegnatrice e filantropa, nota per la scelta di una vita modesta e votata all’attività di beneficienza: Gugù si impegnò profondamente nel cercare di aiutare in prima persona i bambini disagiati e nel documentare e combattere l’alta mortalità infantile del suo periodo. Morì sola e in povertà, dopo una vita trascorsa ad aiutare instancabilmente i bambini di tutta Italia.

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