Palazzo Spreti

Un grande palazzo inaugurato nel 1711, costruito su disegno di Francesco Fontana, che in città progettò anche la vicina chiesa di S. Maria del Suffragio. La facciata, ispirata alla tradizione del palazzo nobiliare romano, non si conforma ai nuovi gusti del primo Settecento. Il cortile interno ospita la raffinata ‘loggia degli Spreti’, che reimpiega colonne e capitelli per lo più di XV secolo e, inoltre, include un singolo capitello corinzio forse di V-VI secolo. Diversi vani interni conservano soffitti voltati a padiglione affrescati, di notevole pregio artistico. Un angolo dell’edificio ingloba una torre, probabilmente, almeno nel tratto inferiore, una delle rare strutture medievali nobiliari di questo tipo conservate (cf. Torre comunale). La torre, forse originariamente databile al XII secolo, era già annessa a un’abitazione appartenuta ai da Polenta, acquisita dai Veneziani nel XV secolo, ricostruita nel 1555 dalla famiglia Ruggini, e infine risistemata dagli Spreti tra 1731 e 1736. Un’epigrafe al primo piano commemora l’ospitalità offerta dal marchese Camillo Spreti, personaggio di grande cultura e dalle vedute riformiste, a papa Pio VII nell’aprile del 1814. Ulteriori lapidi, poste presso lo scalone interno e l’ex cappella, commemorano fatti e personaggi cari alla storia della famiglia Spreti che, attestata a Ravenna sino almeno dal XIV secolo, vantò numerosi membri illustri e fu tra le pochissime con titolo marchionale. La ricca biblioteca, a lungo conservata in questo palazzo, fu in gran parte smembrata e acquistata, alla fine dell’Ottocento, da diversi enti tra i quali figura la Biblioteca Classense. Venduto quasi interamente nel 1881, il palazzo passò infine al Comune nel 1910. Fu, in diversi periodi, destinato a sede di comando militare e di partiti politici: dal 1911 al 2005 è stato proprietà del Partito Repubblicano Italiano.

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