San Francesco, già basilica Apostolorum

IX-X secolo

In origine dedicata agli apostoli Pietro e Paolo (Basilica Apostolorum), forse costruita ove sorgeva il tempio romano di Nettuno, secondo la tradizione la chiesa, oggi di S. Francesco, venne fondata dal vescovo Neone (V secolo), la cui sepoltura è posta di fronte all’altare, indicata da una lastra di porfido rosso, e le cui reliquie riposano in una semplice arca di pietra di fronte alla finestra frontale della cripta. A partire dai documenti dell’IX secolo l’edificio viene indicato come Basilica S. Petri Maioris, titolazione mantenuta fino al XIII secolo quando, affidato dall’arcivescovo Filippo ai frati Francescani, viene dedicato al santo di Assisi (1261). I Francescani eressero l’adiacente convento, ricostruito nel XV secolo. La chiesa fu quasi completamente ricostruita già negli anni intorno al Mille; all’XI secolo risalgono anche il campanile e un ciclo di affreschi realizzati nella cripta che, come si nota dal diverso livello delle prime due colonne della navata centrale, fu ricavata nell’intercapedine ottenuta dal rialzo pavimentale eseguito contestualmente. Nel 1321 vi vennero celebrate le esequie di Dante Alighieri, morto a Ravenna il 13-14 settembre; a tutt’oggi, san Francesco fa parte della cosiddetta ‘zona dantesca’ della città. La chiesa fu ampiamente rimaneggiata nel corso del XVIII secolo ad opera di Pietro Zumaglini e ancora nel Novecento, in particolare quando, in prossimità del VI centenario della morte di Dante, fu rifatto il tetto (1921). In particolare, i lavori degli anni Venti tesero, come per altre chiese paleocristiane ravennati, alla cancellazione di tutte le sovrastrutture barocche allo scopo di riportare l’edificio a un aspetto simile, nelle intenzioni dei restauratori, a quello originario.

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