Sant’Apollinare in Veclo
È noto che Reparato fu abate del monasterium di sant’Apollinare in Veclo prima di divenire arcivescovo di Ravenna nell’anno 671; così anche Grazioso, nel 786. Sono questi segni che collocano l’edificazione della chiesa quantomeno antecedente a queste date. In qualche punto nei pressi della chiesa pare esistesse l’antica zecca romana della città, della quale non rimane nulla. Si tratta di un piccolo edificio a pianta cruciforme, dato che indurrebbe a ipotizzare l’originaria natura di sacello, forse con scopi funerari. L’attuale configurazione è dovuta al progetto di Giuseppe Antonio Soratini (o forse, secondo altri, Antonio Morettini) che, nel 1763, ne obliterò completamente l’aspetto originario, contestualmente all’edificazione dell’adiacente monastero delle cappuccine. La chiesa fa parte, dal 1806, della parrocchia di san Vitale, alla quale furono accorpate altre parrocchie soppresse, e il cui titolo, almeno fino al 1915, fu quello di parrocchia di Sant’Apollinare in Veclo in San Vitale.
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