Santa Maria delle Croci

Le origini di questa chiesa a navata unica, sconsacrata probabilmente nel XVII secolo, sono sconosciute. Gaetano Savini riteneva che essa, un tempo dedicata a S. Apollonia, potesse risalire al X secolo; oggi se ne propone invece l’identificazione con la chiesa di santa Maria de Donatis, nota da documenti del XIII secolo ma non più attestata in epoche successive. L’erudito seicentesco Girolamo Fabri ricorda S. Maria delle Croci per l’annesso ‘ospedale’, che egli riteneva fosse da identificare con il primo o uno dei primi spedali (centri di assistenza e ricovero per i bisognosi) sorti a Ravenna: quello di S. Maria in xenodochio, nominato per la prima volta nel 939. Tra i numerosissimi ospedali medievali attestati a Ravenna, in effetti, quello di ‘S. Maria della Croce’ pare noto sin dal 963 (la forma S. Maria delle Croci è nota solo dal XVII secolo) come uno dei più grandi e ben gestiti in città, grazie anche alla consistente rendita assicurata da varie proprietà fondiarie e urbane. Dal 1636 questo ospedale accolse anche gli orfani esposti e, a partire dal Settecento, la sua funzione divenne quasi esclusivamente quella del ricovero dei malati (nosocomio); alla fine del secolo (1793) l’ospedale fu largamente ricostruito da Camillo Morigia, per volere dell’arcivescovo Antonio Codronchi, in sintonia ai lavori eseguiti dallo stesso Morigia nell’adiacente Orfanotrofio maschile. L’ex ospedale di S. Maria delle Croci divenne così sede della controparte femminile dell’orfanotrofio, detto ‘le Orfanelle’. Il nuovo ospedale costruito in altra parte della città ne ha mantenuto il nome. L’aspetto attuale della chiesa, con rosone circolare in facciata circondato da laterizi, risale al XV secolo. Oggi è adibita esclusivamente a spazio espositivo per mostre d’arte.

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